Accordare gli spazi della città

La relazione dei nuovi volumi con gli edifici protetti e la salvaguardia delle relazioni tra gli edifici e gli spazi verdi ha determinato l’esito del concorso.

Fotos: Archivio della Radio della Svizzera Italiana

La relazione dei nuovi volumi con gli edifici protetti e la salvaguardia delle relazioni tra gli edifici e gli spazi verdi ha determinato l’esito del concorso.

Il progetto per lo Studio della Radio della Svizzera Italiana, concepito da Camenzind, Jäggli e Tami dal 1951 e realizzato negli anni ’50, ha avuto uno sviluppo tortuoso. L’incarico della pianificazione dell’edificio pubblico più importante del Ticino fu affidato in maniera diretta ai tre progettisti, rappresentanti delle diverse anime politiche del cantone. Le differenti sensibilità e ideologie tra i vari progettisti vennero superate grazie all’utilizzo di una matrice geometrica esagonale di stampo wrightiano, creando così la base per definire spazi poligonali, percorsi diagonali e spazi serventi sfaccettati che soddisfacessero le richieste del committente. Fu, almeno questa, l’intuitiva analisi che formulò Bruno Reichlin, conoscendo la storia del progetto e commentandolo con l’amico Kenneth Frampton. Il sistema geometrico degli anni ’50 definisce, influenza e, allo stesso tempo, limita l’ampliamento del progetto. L’edificio esistente, con il suo sviluppo frattale occupa la parte centrale e la parte est del parco con volumi esagonali, pensiline lineari, padiglioni che, come lingue, si protraggono nel verde definendo corti concave e convesse. Il posizionamento dei nuovi volumi deve dialogare con queste geometrie e provare a densificare lo spazio risultante: è fondamentale mantenere il più possibile la generosità del parco e la qualità degli spazi tra i volumi, che non possono risultare come resti. Sistema geometrico come Genius Loci? Praticamente tutti i progetti, compreso il vincitore, suddividono il programma in almeno due edifici: la nuova sala prove e l’edificio delle aule di insegnamento musicale. Il vincitore dell’Architecture Club di Basilea aggiunge due volumi esagonali che creano una piazza di ingresso ­principale, fulcro del progetto. Altri progetti declinano la stessa decisione, ma senza creare un insieme così forte: alcuni occupano troppo...

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